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la poesia di un filosofo 81

che non c’è in quest’universo giustizia; ma dal momento che l’uomo è il rappresentante della natura, questa natura che si riassume in una coscienza capace di giustizia non si potrà più accusare d’iniquità. Ed ecco, infatti: dopo aver detto che gli esseri si dilaniano tra loro, Sully Prudhomme afferma:

La bête hésite à boire un sang pareil au sien...

Il misticismo e la fede si vendicano ancora meglio, gli prendono più interamente la mano. Se dalla materia inerte all’uomo c’è un abisso; se l’uomo, per la coscienza, è tanto superiore ai bruti, si deve credere che egli sia il termine ultimo dell’evoluzione? Un altro passo innanzi, oltre l’uomo, non sarà possibile? Certamente! L’umano genere è un termine medio, un tentativo,

          une espèce éclose à contre-temps:
Tout est prématuré dans ses voeux transcendants.

Quindi egli afferma che c’è un’ascensione morale della quale i mondi sono i gradi, e che

La terre n’est qu’un lieu d’attente
Où se fait la commune entente
D’une espèce entière émigrant.