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80 la poesia di un filosofo


Lo scetticismo scientifico spinge Sully Prudhomme in questa via; ma egli è anche sollecitato in contrario senso dal bisogno mistico. Egli dice che, se l’universo è grande, più grande ancora è l’anima che lo rispecchia; l’uomo acquista la nozione della propria dignità misurando l’abisso che lo separa dalla materia bruta. Non c’è bisogno di molte parole per far notare il voltafaccia. Mentre prima egli invidiava l’animale incosciente e a più forte ragione, perciò, avrebbe dovuto invidiare la materia inerte, ora afferma che tanto l’uomo vale quanto è lontano dalla informe materia! E la giustizia, che gli era parsa soltanto umana, ora diventa per lui divina:

Humaine par son but, la justice est divine
          Même dans l’âme d’un mortel,
Par l’aveu du grand Tout dont elle est mandataire,
Par le suffrage entier du ciel et de la terre,
          Et par le sacre universel.

Ma allora, se l’anima umana, dove ha sede la giustizia, è mandataria del gran Tutto, non potremo più dire che nel Tutto non c’è giustizia! Finchè il poeta considerava l’uomo come una particella infinitesimale dell’universo, come lo «specchio» del Nietzsche, capace semplicemente e solamente di riflettere l’universo, egli poteva dire