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78 | la poesia di un filosofo |
gnarsi? Egli dice: «I mali che credevo ingiusti sono forse, non già i capricci folli o colpevoli d’un padrone, sibbene i mezzi fatali, le necessarie condizioni d’un ordine che ignoriamo». Questo è un ritorno alla rassegnazione di prima! Ed egli non si era più contentato, non si era più adattato: era sceso anzi in campo, voleva e doveva giudicare! «Lagnarsi,» soggiunge, «dell’ingiustizia della sorte, giudicare della bontà del destino alla stregua del piacer nostro, è imitare il fanciullo malavvezzo, il quale pretende che tutto debba servire ai suoi giuochi, e rigetta il farmaco e lo dichiara nocivo perchè non è dolce.» Ma se non si deve giudicare della bontà del destino alla stregua del nostro piacere, quale sarà il criterio del giudizio? Di che cosa e perchè si è lagnato il poeta? Si è lagnato
Des maux plus grands que moi; |
si è lagnato perchè
Toutes les douleurs de la terre et des mondes |
Allora, non dovrebbe egli giudicare veramente iniquo il destino che vuole ed impone e mantiene il dolore ed il male?