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268 la volontà


nascere nell’animo il sentimento corrispondente. Tuttavia a questo processo il Payot non attribuisce un’efficacia unica e illimitata. Noi non possiamo qui seguirlo in tutta l’esposizione dei mezzi diretti a compiere l’affrancazione della volontà. Egli comincia col dimostrare la qualità sentimentale della facoltà volitiva, quindi afferma la necessità di coltivare gli stati affettivi; enumera poi i benefici effetti dell’attenzione e dell’azione che, con l’aiuto del tempo, diventa consuetudine; non che gli effetti funesti delle illusioni, dei sofismi. Abilmente espone tutte le difficoltà che si oppongono all’educazione della volontà, ma spiega come si possano vincere, e come le nostre stesse disfatte non siano inutili, poichè ci scottano, ci ammaestrano e ci preparano ad ulteriori trionfi. Le sue dimostrazioni, se anche non fossero feconde di pratici risultati, sono almeno confortatrici; se non ci dànno la possibilità di affrancarci, ce ne dànno l’illusione e la speranza. E in questo nostro tempo di colore oscuro, pieno di gemebondi predicatori della sciagura universale e irreparabile, di cogitabondi solutori di problemi insolubili, di critici dilettanti ed impotenti, non è piccola cosa.

FINE.