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la volontà | 267 |
mandoci liberi, noi omettiamo di assicurarci di quale e quanta libertà possiamo godere... La libertà morale, come quella politica, come tutto ciò che ha qualche valore in questo mondo, dev’essere conquistata lottando, e continuamente difesa. Essa è la ricompensa dei forti, degli abili, dei perseveranti. Nessuno è libero se non merita di esser libero. La libertà non è né un diritto, né un fatto; è una ricompensa, la ricompensa più alta, la più feconda di felicità...».
Abbiamo detto nel precedente capitolo come il Dugas consigli di combattere il vizio dei timidi; la conquista della libertà morale, l’educazione della volontà è un’impresa molto simile e per certi rispetti quasi identica. Questa è la ragione per la quale il Payot consiglia lo stesso metodo del Dugas a coloro che egli chiama abulici, e che noi diremo svogliati, nolenti. Come quel timido che ricorreva alla cocaina per dar fermezza al proprio sguardo, chi vuol vincere il torpore fisico o intellettuale, o domare le eccitazioni dei sensi, può adoperare qualche farmaco; ma su questi mezzi fisiologici il Payot riconosce che non vale la pena di fermarsi. Egli si ferma sui mezzi morali, e ricorre, come il Dugas, all’autorità del Pascal, non che di Ignazio di Loiola, i quali raccomandano gli atti esteriori della fede come espedienti molto adatti a far-