e l’ispirazione dalla quale nasce l’arte, sono in fondo tutt’uno: ma vedemmo pure che arte e scienza, non che confondersi, si sono sempre più distinte. L’energia vitale è una sola: non si può agire senza pensare, non si può pensare senza agire; ma ciò non vieta che questi due modi dell’attività umana si distinguano sino ad opporsi e ad escludersi. Chi si butta a capo fitto in una pugna, e dà e riceve colpi mortali, non può risolvere casi di coscienza. Archimede che medita sopra un problema, non solo non fugge all’avvicinarsi del nemico, ma non lo sente neppure avvicinarsi. Ora l’abito di riflettere continuamente, assiduamente, troppo, impedisce, od ostacola la capacità di risolversi, di agire; viceversa l’azione incessante diffusa, febbrile, non è compatibile con la meditazione. Per crederle compatibili, il Maeterlinck ha dovuto dire che agire è «aspettare, tacere e raccogliersi». Appunto uno dei caratteri del nostro secolo, di questo tempo progredito, sapiente, cosciente, troppo cosciente, è la preminenza del raccoglimento, dell’analisi di coscienza, dell’esame interiore, del pensiero speculativo. Quella stessa moltitudine di cognizioni che disvoglia tanti dallo studio per la sua troppa varietà, invoglia altri allo studio; e che altro è lo studio se non riflessione ed analisi? E gli uomini di studio non sono, per l’esperienza che ogni giorno ne vediamo, tutto