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il femminismo 141

trasta l’amore, la passione pura, ideale. Questi critici non lodano già lo stato di natura. Allo stato di natura, anzi, riconoscono che l’amore nel senso umano, migliore, più grande ed alto della parola, non esiste: esiste l’accoppiamento. L’infima e primitiva umanità è appena capace di una scelta sessuale simile a quella che esercitano gli stessi animali; le prime coppie umane sono appena durature quanto quelle di certi uccelli e di certi mammiferi; anzi meno. L’amore, da questi germi, si è sviluppato a poco a poco: la facoltà di scelta è divenuta passione morale, la tendenza a rendere stabile la coppia si è mutata nel bisogno d’un legame indissolubile, eterno.

Già si potrebbe a questo punto osservare: se ciò è avvenuto durante quello stesso processo storico che ha portato il mondo al presente ordinamento, possiamo dire che gli ordini attuali sono tanto contrarî all’amore? Non potrebbe darsi, al contrario, che l’amore sia nato insieme con questi ordini, e per effetto di essi? I giovani, le fanciulle segnatamente, sono tenute nell’ignoranza delle funzioni sessuali: questo fatto è denunziato dall’Albert come un abuso di confidenza commesso dalla famiglia contro l’amore, come uno dei numerosi espedienti adoperati dalla società moderna per impedire all’istinto sessuale di epurarsi. Non potrebbe darsi, invece, che le