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la filosofia di un poeta 107

sacrificandosi; ma diventando più grande essa perde di vista il sacrifizio. «Il sacrifizio è un bel segno d’inquietudine, ma non bisogna coltivare l’inquietudine per sè stessa.... La forza immateriale che splende nel nostro cuore deve splendere prima di tutto per sè stessa. A questo prezzo soltanto splenderà per gli altri. Sia la vostra lampada piccola quanto si voglia: non date mai l’olio che l’alimenta, ma la fiamma che la incorona...».

Che faremo allora dell’altruismo? «Certamente l’altruismo resterà sempre il centro di gravità delle anime nobili; ma le anime deboli si perdono nelle altre, mentre le forti vi si ritrovano.... C’è una bontà che esaurisce, e un’altra bontà che nutrisce. Non dimentichiamo che, nel commercio delle anime, quelle che credono di dar sempre non sono già le più generose».

Se ci duole che la virtù e la saggezza non siano premiate, ciò accade perchè noi non siamo saggi abbastanza. «Soltanto quelli che non sanno che cosa è il bene chiedono il salario della bontà. L’invidia, il tradimento, tutte le armi con le quali gli altri ci offendono, non sono efficaci contro l’anima nostra, se non quando essa ha gettato via le sue proprie.... Per accorgerci dei difetti altrui dobbiamo averli un poco anche noi.... Vi è nel mondo un’ingiustizia irriducibile; pertanto noi