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la filosofia di un poeta 93

canale, solido, verdeggiante, noncurante, pacifico, procedente senza esitazione, con passo calmo e chiaro, dalle profondità di un’altra sorgente nascosta all’orizzonte verso lo stesso lago luminoso e tranquillo...». Questo ruscello e questo canale non sono un ruscello e un canale reali, ma le immagini dei due destini offerti agli uomini.

Altrove lo scrittore paragona le ore convulsive della storia alle tempeste del mare: «La gente viene dal fondo delle pianure, accorre sulla spiaggia, guarda dall’alto delle ripide rive, aspetta qualche cosa, interroga gli enormi cavalloni con una specie di curiosità puerilmente appassionata. Eccone uno più alto e furioso degli altri. Si avanza come un mostro dai muscoli trasparenti. Si svolge precipitosamente dal fondo dell’orizzonte, apportatore, da quel che pare, di una rivelazione urgente e decisiva. Scava dietro di sè un solco così profondo, che rivelerà senza dubbio uno dei secreti dell’Oceano; ma, come tra le più pigre ondulazioni dei giorni senza soffio di vento e senza velo di nubi, così anche ora i fiotti limpidi e impenetrabili scorrono sopra i fiotti limpidi e impenetrabili. Non un essere vivente, non un’erba, non un sasso sorge...».

Questo periodo, — stavo per dire questa strofe, — è molto significante. Il Maeterlinck ha un bel proporsi di ragionare e di discutere: il poeta si