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l'indovinello 63


— Lasciatemi! Che cosa vi ho fatto? Nessun uomo mi ha mai trattata così!...

Era naturale che ella dicesse queste cose; ma era ancora più naturale che, uscendo da quel luogo e accompagnandola su, egli la seguisse nella camera di lei.

Stia adesso bene attenta, cara contessa; perchè qui abbiamo la scène à faire della commedia.

Entrato, senza aver dovuto vincere una troppo grande resistenza, in camera di lei, quell’uomo ricomincia ad abbracciarla strettamente dicendo parole infiammate, che sono adesso tutte sincere, perchè egli arde tutto quanto. Ella continua a resistere: si scioglie dall’abbraccio, si lascia andare sopra una poltrona; e come egli le cade in ginocchio dinanzi, si rialza. Egli l’afferra ancora una volta, la bacia sulla bocca, in un certo modo che non ho bisogno di descrivere. Ella si nasconde la faccia tra le mani, lo scongiura di lasciarla.

— Ora me lo dite? — esclama egli; — dopo avermi detto tutto il contrario? Dopo avermi tolto alla mia pace?...

Ella risponde:

— È vero, son stata io: dimenticate tutto ciò che vi ho detto...

E a un tratto si rovescia bocconi sul letto, coi piedi a terra, piegata in due, la faccia nascosta contro le coperte.

A questo punto l’uomo ha l’esatta percezione di quel che avrebbero fatto molti altri — e che ella indovina senza che io lo dica. Ma perchè costui crede sinceri gli ultimi conati di resistenza, perchè non vuole essere brutale in un primo incontro, perchè è in fondo molto riguardoso e quasi timido, il nostro personaggio si china su lei, la solleva castamente, le dice che ella non ha nulla da temere, che egli vuole soltanto sapere se le è proprio indifferente, se deve proprio andar via senza più rivederla.

— Sì, mi dimentichi, mi lasci... — ma, come egli la tiene stretta al cuore, anch’ella gli stringe le braccia alla vita e nasconde la faccia contro la spalla di lui.