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LA CERTEZZA



II

o le ho riferito nella mia precedente lettera, cara ed ostinata amica, un fatto il quale dimostra come le donne che giurano soltanto sull’amore-sentimento restino male quando temono di doversene unicamente appagare. La protagonista della mia storiella, spettatrice della momentanea debolezza dell’amico suo, non pensò già, come sarebbe stato naturale e come infatti era, che questa debolezza dipendesse dalle morali commozioni che, secondo voleva dare a intendere, le importavano sopra ogni cosa; ma andò invece fino a sospettare che fosse indizio d’una troppo frigida costituzione! Mi vuol ella concedere che questo sospetto rivela il disinganno provato dalla poco sincera amatrice? Tanto costei aspettava quelle realità dell’amore sdegnate a parole, che, per un breve indugio, ne credè incapace l’amico. Costui potè dimostrarle presto l’inganno e poi la confuse; ma che cosa sarebbe avvenuto se il sospetto di lei fosse stato certezza? Possiamo noi imaginare i pensieri, i sentimenti, gli atti e le parole d’una donna la quale scoprisse che l’uomo amato.... non è uomo?

Ella dirà che un caso simile non si può dare perchè i disgraziati nativamente o casualmente immeritevoli del nome di uomini non amano, o pure amando