Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
LA VEGLIA
- Cara Contessa,
are che l’avventura di Guglielmo Valdara, se non l’ha proprio convinta, l’abbia scossa, almeno, e indotta a dubitare di ciò che prima asseriva con troppa fermezza. Infatti, concedendomi che le donne stiano attente alla bellezza degli uomini da amare più che non alla morale altitudine di essi, ella mi domanda: «E gli uomini, allora? Che altro cercano, se non le qualità fisiche? Che prezzo dànno alla bontà, all’intelligenza, alla virtù? E allora oserete fare una colpa a noi donne se la bellezza ci seduce? Ma se noi le diamo tanta importanza, se la cerchiamo con tanto impegno, se non amiamo senza trovarla vuol dire, mi pare, che siamo ad essa sensibili; voialtri, invece, non ne fate anche a meno, tantissime volte? Non avete riconosciuto che una donna qualunque, una femmina purchessia, è dai maschi desiderata e cercata? Dite benissimo; ma la conseguenza che traete da queste premesse è storta, stravagante e tutta opposta a quella che dovrebbe essere; perchè mentre la logica dovrebbe farvi riconoscere che gli uomini amano meno bene, la presunzione vi fa dire che essi soli sanno amare!...»