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l'omonimo 21


La regola, signora mia, è che al più gran numero delle donne il genio importa poco e che quasi tutte gli preferiscono un bel viso. Se noi enunzieremo il nostro psicologico problema così: «Dato un uomo di genio, il quale sia anche un bell’uomo, trionferà egli più presto per il suo genio o per la sua bellezza?» io dico che la soluzione non può esser dubbia: la bellezza eserciterà l’azione più pronta ed efficace. E se le ho dianzi citato un esempio storico, glie ne aggiungo un altro che non è storico ancora, ma sarà tale, perchè riguarda un genio non meno grande nell’arte di quel che fosse Elvezio nella filosofia. Stia un poco attenta: la storiella che le narrerò è una delle più graziose fra quante mi furono confidate.

Crede ella che sia permesso ignorare, in Italia, chi è Guglielmo Valdara? Chi non ha letto i suoi magnifici versi, chi non ha almeno udito ripetere i più famosi, quelli divenuti popolari, entrati ad arricchire il patrimonio della lingua parlata, come i proverbii e i modi di dire? Ma se a nessuno riesce nuovo il suo nome, molti non avranno idea della sua persona e non sapranno che egli possiede quel genere di maschia bellezza destinata a piacere alle donne ed a formare l’invidia degli uomini. È alto, magro ed agile; ha lineamenti nobili e puri, capelli folti e dorati come nella prima gioventù. I suoi amici gli chieggono, scherzando, di quale tintura si serve; ma Valdara è veramente un miracolo di conservazione — poichè, come ella saprà, è più vicino ai cinquanta che non sia lontano dai quaranta. Ma il tempo passa per lui senza offenderlo, e la sua figura è di quelle la felice armonia delle quali muta di carattere, ma non si distrugge. Quando le sue chiome saranno tutte d’argento, sembrerà ch’egli abbia messo, per civetteria, una bella parrucca — e piacerà ancora. Quando non avrà più capelli, la sua testa parrà scolpita nel marmo pario — e non dispiacerà. Ma veniamo all’avventura della quale fu l’eroe.

Due anni addietro, sul principio dell’estate, egli andò ai bagni d’Aix, dove trovò parecchi connazionali,