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e tremante già fu salda e diritta. Queste cose sembrano impossibili, è vero? Quando noi vediamo un bambino ci sembra che egli non debba crescere; non pensiamo che diventerà uomo. Così quando tu vedi un vecchio come me non ti pare possibile che sia stato adolescente. Ebbene: tu forse hai ragione! Io fui giovine d’anni, ma di ciò che forma l’orgoglio della giovinezza nulla conobbi. Vedi: se io parlo con tanta tristezza dell’amore, ciò è perchè, forse esempio unico al mondo, o se non unico certamente rarissimo, io non conobbi l’amore. Intendi: io non fui amato. Dentro all’anima mia c’era la lava di un vulcano; e non potei dire a nessuna donna una sola parola appassionata. Quando udivo parlare delle passioni degli altri, ne ridevo: tanto esse mi parevano scialbe e meschine paragonatamente alle fiamme che mi struggevano. Quando profanavo i miei sogni e le mie speranze comprando il piacere, piangevo di dolore. Nessuna donna avrebbe compreso di che tesori di sentimento ero ricco? Ed aspettai, ed aspettai, ed aspettai: invano! Mi mancò l’ardimento? Qualcosa, nella mia faccia, negli occhi miei, dispiaceva e respingeva? Non ti so dire. Nessuna mi amò. E io vidi il tempo trascorrere, e come gli anni passavano la mia speranza diveniva più tormentosa perchè tanto più difficile ne era l’ottenimento. E fino all’ultimo, fin dopo che i miei capelli imbiancarono e caddero, io sperai ancora, disperatamente; quando un giorno dovetti acquetarmi nella rinunzia. Comprendi dunque bene; aver saputo dagli altri, aver letto nei libri, aver visto e sentito che l’amore è la massima gioia, ciò che più piace, ciò che più importa, e aver sperato d’amare come in sogno, e aver perduta questa gioia prima d’assaporarla: non ti pare che io abbia ragione d’essere triste?

Quando egli tacque disse l’altro vecchio:

— Io l’assaporai! Io conobbi l’amore, un amore molto più bello, più grande, più forte, di quello che i sogni rappresentarono a costui. Io fui fortunato come nessuno al mondo mai; perchè ottenni l’amore d’una