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ui con lo stesso sentimento fatto di desiderio. Ora un giorno, a una festa giornalistica, a Roma, inopinatamente si incontrarono e qualcuno fece la presentazione. Restarono entrambi come fulminati. Tutto scomparve ai loro occhi: la gente che li circondava, il luogo dove si trovavano, lo scopo per il quale ciascuno d’essi era venuto. Un impeto, un’ansia, una febbre di vedersi, di toccarsi, di unirsi, faceva tremare i loro polsi. Egli le disse: « Vieni?» Ed ella rispose: « Andiamo». Uscirono; non seppero, non rammentano più come; non dissero una parola per via. Egli la condusse nel suo studio. E appena entrati caddero sul tappeto disteso al suolo, avvinghiati furiosamente.
Se la nativa freddezza o l’acquisita ipocrisia suggeriscono alle donne una resistenza che annoia ed offende gli uomini fervidamente amanti; se la diversità dei sessi fa che la coppia non si formi tosto; questo accordo fulmineo, questa perfetta intesa, questa esatta reciprocità degli impulsi sarebbero, come già dicemmo, l’ideale. Se non che le leggi della natura non sono arbitrarie. Ora l’amore del nostro scultore e della nostra scrittrice è per questo il loro migliore ricordo: perchè durò un’ora e non ebbe domani. La donna partì quando lasciò quella casa; e i due non si sono riveduti mai più...