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chiamata da una malattia del marito; gli amici si dileguarono a uno a uno perchè la stagione s’inoltrava; io stesso dovetti finalmente tornare a casa. La stessa ombra dell’ombra scomparve, io non udii più ripetere il nome di Donna Paola; ma il sentimento destato da quel nome sopravvisse, dolce e tenace, a lungo; e se non potei raffigurarmi quella creatura dalla quale ero stato pensato, alla quale pensavo, la vidi nell’anima quale doveva essere e provai per lei la vitale dolcezza della fede più pura. Questo è stato il mio più degno amore.»

Ella dirà: «Se non zuppa, è pan bagnato!» Infatti la passione dell’amico mio per una donna di cui non aveva visto neppure la punta del naso sarà stata, secondo egli dice, degnissima e suprema; ma difficilmente potrà esser presa sul serio. Ma che posso io farci, amica, se solamente gli amori che non hanno lasciato ricordi sono ben ricordati? Oda quest’altra storia; è un poco diversa, ma poco, in verità. E’ una confessione anonima, ma come tutte le altre autentica.

«Io conobbi questa donna da bambino, quando avevo otto anni. Ella ne aveva il doppio di me. Bella, bella, tanto bella che non posso dire. Udrete fra poco quanto forte fu l’impressione che ne riportai. Aveva il doppio dell’età mia, era una signorina. Era intimissima della nostra famiglia, anzi mezza parente. Un giorno, salutandoci, ci baciammo in viso. Il domani ella mi disse, senza che altri potesse udire: «Come fu dolce il bacio che mi desti!» Io non seppi dir nulla e quasi non credetti alle mie orecchie; ma le inaudite parole s’incisero nel mio pensiero, indelebilmente. Cresciuto di qualche anno, ella soleva prendere il mio braccio e passeggiare con me «come due sposi,» diceva. Io non dicevo nulla, trattenevo il fiato per paura che quella felicità finisse, e mi pareva che tutta la bellezza fosse in lei, e tutta la dolcezza, e tutto l’amore. La notte io la sognavo; e nel sogno, con lei, conobbi la voluttà. C’era fra noi troppa differenza di età perchè potessi pensare a sposarla: quando ebbi sedici anni ella ne aveva ventiquattro. Ella mi aveva