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mia innocenza; ma la marchesa non volle sentir ragione: «Lo fate apposta, la fuggite; non mi darete mai ad intendere che arrivate e andate via, per puro caso, proprio quando ella mi lascia o sta per venire! Adesso spero che la finirete; le ho promesso di presentarvi!» Io risposi, con un fare complimentoso che nascondeva un certo senso di stupore: «Dica piuttosto che ha promesso a me stesso!...» ma ella insistè: «Nossignore, ho promesso a lei, proprio a lei, proprio a lei;» e con un’espressione del viso che diceva molto più delle parole, soggiunse: «Vi conosce di nome, ha sentito parlare di voi. Vuol sapere se è vero tutto il male che se ne dice. L’altra sera non eravate al Costanzi? Qualcuno vi ha additato a lei...» Dopo una breve reticenza, concluse: «Badate: le piacete!» A un tratto la mia faccia s’imporporò, poi il sangue mi corse tutto al cuore, e da quel momento non ricordo più che cosa mi accadde nel resto della serata. Fu un vero coup de foudre, un fulmine senza lampo — poichè le tenebre che avvolgevano la figura di quella donna restavano impenetrabili. Fu anche come l’ebbrezza prodotta da un liquore dolce, un’eccitazione di tutte le sopite facoltà del corpo e dello spirito, il repentino sollevamento dell’anima oppressa, la rifioritura del sorriso negli occhi, del canto sulle labbra. E cantando i versi musicali di un Poeta come me tremante di gioia:
Io sarò forse l’amante, Io felice le mie notti Dormirò sopra il suo cuore,
mi misi a vagare per le strade deserte, guardando il cielo, ignaro della terra. No; io ricordo qualche cosa di quella notte: ricordo il pianto muto e soave che sgorgò dai miei occhi quando la gioia die’ luogo alla tenerezza, quando tutta la gratitudine della quale ero capace esalò dal mio cuore, come un vapore d’incenso, verso l’Ombra... E lo strano incontro di casi che m’aveva impedito di conoscere Donna Paola si rinnovò ancora: la marchesa partì improvvisamente per Parigi,