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re che il migliore amore è quello che non fu provato, potrebbe parere una cosa insensata. Vengo pertanto senza perder tempo a più concrete risposte.

«Io ero,» mi narrò una volta un amico, «in uno stato d’animo quasi disperato per una serie di ragioni che sarebbe troppo lungo spiegarti, quando una sera fui condotto in casa d’una signora, e poniamo che si chiamasse Donna Paola. La dama, proprio quella sera, stava poco bene e non riceveva. Tornai indietro con la stessa tristezza con la quale ero venuto, ma in cuor mio avveniva qualcosa di nuovo; quel contrattempo mi procurava un certo senso di contrarietà. Il nome di Donna Paola non mi era ignoto; anzi avevo molto udito parlare di lei dalle sue amiche; la marchesa Antonietta, specialmente, m’aveva detto: «Vedrete, vedrete: quando l’avrete conosciuta dimenticherete noi tutte.» Chi era dunque costei? Forse una bellezza straordinaria? No: io avevo sentito dire, non solo dalle donne, probabilmente sospette, ma anche dagli uomini, giudici certamente credibili, che Donna Paola era tutt’altro che bella; uno, anzi, aveva soggiunto che non gli pareva neppure desiderabile. La fantasia non poteva dunque farmi intravedere, dietro quel nome, una figura affascinante; io non potevo costruire per mio uso e consumo un tipo ideale al quale attribuire tutte le perfezioni. La fama di Donna Paola era fondata sulle qualità intellettuali di lei, sul suo spirito, sulla sua coltura, sulla sua scienza del mondo; ora tu mi concederai che queste doti sono le meno capaci di sedurre da lontano. Nondimeno io ero curioso di conoscere questa donna, e la mia curiosità era alimentata dall’insistenza con la quale la marchesa voleva presentarmi e dallo strano rinnovarsi del primo contrattempo. Tre, quattro volte ancora io mi credetti sul punto di incontrarla, e Donna Paola rimase invisibile. Una sera che arrivai tardi in casa della marchesa, verso la mezzanotte, l’amica mi disse con un tono di irritazione quasi comica: «Ma dunque lo fate apposta?... Va via in questo momento!... Parrebbe quasi che ne abbiate paura!...» Io provai di dimostrare la