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mi salivano alle labbra! Le sfide superbe ch’io lanciavo al tempo, alla vita, alla morte! Io lasciarla? Ma il naufrago perduto in mezzo al mare procelloso lascia forse la tavola alla quale gli è riuscito aggrapparsi? Ma sapeva ella soltanto che cosa fosse per me l’amor suo, il prezzo che io davo alla sua vista soltanto; il moto di superbia che mi sollevava sopra tutta l’umanità al solo pensiero che ella si fosse accorta di me?... Da che forza non mi sentivo animato! Come guardavo sicuramente all’avvenire... E come m’ingannavo!
«Voi che sapete leggere nel vostro pensiero, che non soffrite più di vertigini nel discendere in fondo all’abisso della coscienza, che non avete paura di riconoscerne le più tenebrose latebre, comprenderete ciò che vi dirò. Quello spirito di emulazione e di sacrifizio che non lasciava ammettere a ciascuno di noi la possibilità di stancarsi, ma che ci dava l’ostinata previsione dell’abbandono che avremmo sofferto, nascondeva un suggerimento dell’egoismo, significava che ciascuno di noi si credeva più capace d’amore dell’altro, più sincero nei suoi affetti, più generoso e in certo modo più degno... E veramente quando io mi guardavo intorno, quando vedevo gli altri uomini da cui ella era circondata, pensavo, sì, nonostante la fiducia che le dimostravo, che ella ne avrebbe potuto notare qualcuno. Provai più d’una volta i primi morsi della gelosia, ma le nubi che minacciavano la serenità del mio cielo spirituale si dissiparono tosto. Per una ragione od un’altra, nessuno di quegli uomini era molto pericoloso; io mi sentivo, ed ella stessa mi diceva, con quell’accento di sincerità che non si finge, superiore a tutti coloro.
«Un giorno, però, apparve uno dal quale quella specie di sesto senso che ci fornisce le così dette intuizioni, mi avvertì di guardarmi. Nonostante le persuasioni dell’amor proprio, io riconobbi con una stretta al cuore che quell’uomo valeva più di me. Sotto qualche aspetto io mi sentivo ancora per lo meno eguale a lui, ma egli aveva vantaggi incontestabili: era più giovane, aveva fatto parlare di sè come d’un