molte cose che sarebbero state
degne di nota; disgraziatamente la più gran parte egli le portò via con
sè, nel sepolcro che troppo presto si schiuse. Io posseggo tuttavia
molte sue lettere ed anche un suo libro di memorie, del quale una volta
o l’altra le riferirò alcuni curiosi passaggi. Già narrai, tempo
addietro, la crisi tremenda che spinse l’amico mio a togliersi la vita;
la strana fatalità per la quale ad un uomo come lui, disgustato dei
reali amori, assetato di purezza, doveva venire incontro un’altra
disgraziata che non poteva più dargli ciò che le avevano portato via. Ma
prima di questa tragica avventura egli aveva amato, una volta: se ne
rammenta? Egli s’era acceso, a Vienna, della Woiwosky, d’una dama che
avrebbe fatto — ed aveva fatto veramente! — la felicità di molti uomini,
ma con la quale egli non poteva andare a lungo d’accordo. L’amor loro
finì male, come ella sa; e la brutta fine di quest’amore non fu una
delle minori ragioni che resero Ermanno Raeli così esigente e tanto
dolorosamente sensibile; ma, sul principio, la felicità sorrise ad
entrambi. La Woiwosky non aveva ancora idea delle delicatezze ingenue,
delle poetiche fantasie, delle invenzioni sentimentali che un uomo come
Raeli sapeva mettere nella passione. Con una cultura fuor del comune,
con un’anima bizzarramente complicata e quasi duplice, ora sottilmente
indagatrice, ora tumultuosamente appassionata; con uno spirito ora
critico, ora inventivo, mezzo tedesco e mezzo arabo, scettico per
esperienza, tollerante per persuasione, buono in fondo d’una bontà
candida, a quel giovane non mancava proprio nessuna delle doti
intellettuali, delle morali disposizioni che, secondo lei, importano
principalmente. Ne aveva fin troppe ad un tempo, ed appunto per ciò egli
sofferse tanto e non potè mai contentarsi di quel che la vita gli diede.
Ma ora io non voglio ragionare di queste cose; voglio rammentarle che
pochi uomini avevano un’anima ed uno spirito più riccamente dotati dei
suoi. E non era neppur brutto! Bello non si poteva dire, nel preciso
senso di questa parola; ma la curiosa fusione del tipo nordico e del