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agonia i ritratti dell’amata, i fiori, i nastri, le cose che ella gli aveva donate? Come rileggere senza morire le lettere sue?... Ed un giorno vide i ritratti ed i fiori, e il suo dolore crebbe veramente oltre misura: ma quando egli cominciò a leggere le lettere, le lettere piene di queste espressioni: «L’amor mio per te sarà senza fine... tu solo m’hai rivelato l’amore... fuori di te non c’è, non potrà esserci mai piacere e felicità... non solo l’amor mio è eterno, ma più eterna sarà la mia gratitudine... io voglio morire per provarti che non posso amare nessun altro fuori di te... tu potrai lasciarmi, tradirmi, scacciarmi, io ti sarò fedele da lontano, eternamente...» leggendo queste lettere delle quali aveva avuto paura perchè prevedeva che il dolore di non poterne ricevere più mai di simiglianti lo avrebbe soffocato, egli sentì improvvisamente il suo petto sollevarsi e il riso fiorirgli sulle labbra, perchè la donna che aveva scritto queste cose, ella stessa in carne ed ossa, le scriveva in quel punto ad un altro...

Tuttavia questi rimedii, quantunque giovino spesso, spesso anche restano inefficaci. Se è vero — e come negarlo? — che l’amor proprio è massimamente offeso nel tradimento e nell’abbandono, bisogna, per guarire radicalmente, che l’amor proprio ottenga la sua rivincita. Chiodo scaccia chiodo, dice il proverbio; e se a noi parve finito tutto il nostro merito perchè la persona che prima ci amava ora non ci ama più, basterà che, perduto quell’amore, noi ne otteniamo un altro perchè il merito nostro torni a rifulgere.

Eppure neanche questo rimedio è infallibile! Noi abbiamo ottenuto un altro amore e non ce ne contentiamo, perchè non ne volevamo un altro, uno qualunque, ma precisamente quello che non potevamo avere: tale il bambino bizzoso grida e strepita e non si cheta se, offrendogli voi le cose più belle o le chicche più dolci, gli negate quel balocco o quella confettura che per l’appunto egli si è fitto in capo di avere!

La guarigione infallibile e radicale non avviene pertanto se non quando il nostro amor proprio, offeso