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mura, a quella persona, che senti il tuo cuore lacerarsi. Che ti dice ella? Ti dice: «Addio!» All’uscire da quella casa, con la fronte in fiamme, un martello alle tempie, la gola stretta, le labbra inaridite, ti metti quasi a correre, incapace di coordinare le tue idee, non riconoscendo nessuna delle persone che incontri per la via, occupato soltanto dell’oscuro pensiero che ormai la percorri per l’ultima volta. E una parola ti risuona all’orecchio: quell’addio terribile, la parola che si pronunzia nelle agonie, nelle separazioni senza ritorno, nelle ore fatali della vita — la parola che fiacca il tuo sdegno, che seda i tuoi istinti di ribellione, e che ti stringe il cuore, ti brucia gli occhi, ti toglie il respiro.... Tu pensi: «Non la vedrò dunque mai più?... Non sentirò il suo capo appoggiarsi al mio petto, non stringerò più la sua mano, non bacerò più la sua fronte?...» Passano giorni vuoti, monotoni, eterni. Tu ritrovi le sue lettere, i suoi ritratti; ed hai paura di toccarli, di mutarli di posto. Diventi superstizioso. Ad ogni squillo di campanello pensi: «È lei! Mi scrive, si pente, mi chiama!...» Nulla! Tutto è finito! Tu non la vedrai più, mai più, mai più! A queste parole che tu ripeti incessantemente, disperatamente, la tua ragione vacilla. Perchè mai più? Che cosa può vietare che due esseri viventi si rivedano ancora? Quali insuperabili barriere, quali distese di mari e di terre li posson dividere? Quali catene potranno impedire che tu ti slanci verso di lei? E vuoi rivederla; a costo di tutto bisogna che tu la riveda. Davanti a lei la tua passione scoppia selvaggiamente. Minaccioso e supplice, le dici dapprima: «Ti ammazzerò!» e poi le mormori piano: «Io so ancora tante parole d’amore che non t’ho dette ancora!...» Ella si scuote, ti blandisce, ti prega di non farle male, ti scongiura di rassegnarti, di farti una ragione, di accordarle la pace. Naturalmente non si può sempre parlare, gridare, piangere, mordersi. E stanco, esausto, sfinito, vai via; questa volta, comprendi bene, per sempre. Solo, in silenzio, riprendi a piangere, la piangi come morta; ma ella non è morta per gli altri; è morta per te.