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persona di lei, ma quest’anima iniqua. Di simiglianti graziose contraddizioni e assurdità incredibili è pieno l’amore — com’è piena tutta la vita. Dunque, giudicando che la perfida non valesse più delle mercenarie, Valdara non voleva accostarle. Nè egli credeva di poter mai trovare nella dama con la quale tentava distrarsi le sublimi qualità del cuore e della mente che attribuiva — e negava! — alla perduta amante; ma, benchè il suo cuore restasse gelato, benchè neppure i suoi sensi ardessero, egli riconosceva spassionatamente che l’intimità di questa nuova donna valeva pure la pena d’essere acquistata. Se non che, egli non poteva fingere un amore che non provava, un desiderio che non lo struggeva. La menzogna gli repugnava; e poteva forse dire a costei il sentimento dal quale era spinto?... Così fu che, risoluto a tentare di guarirsi ma incapace di fingere, un giorno che era solo con lei — noti che l’aveva vista tre o quattro volte in tutto — durante un colloquio ch’egli procurava di rendere quanto più disinvolto gli era possibile, Valdara, cominciando ad apprezzare una cosa alla quale non era stato molto sensibile, cioè la bellezza di questa donna, una bellezza vivace, quasi direi aperta e tutta luminosa, Valdara, dico, spronato dal primo destarsi del desiderio, stese la mano per coglierla, come il viandante stende la mano per cogliere un bel grappolo pendente su da una siepe verso la via. Allora quella donna allegra e leggiera, cui tutti davano una lunga esperienza delle cose e nessuna delle idee, si schermì, si ritrasse, nè sdegnata nè offesa, e gli disse, semplicemente:

Voi mi trattate così perchè un dolore vi rode.

Egli tremò. Non di vergogna perchè si vedeva leggere nel cuore; tremò dall’ambascia.

— Voi non vedete in questo momento, — continuava ella, — voi non potete vedere quanto dovrebbe offendermi il vostro contegno. Come siete diverso da quello che mi sembraste la prima volta!... Capii che dovevate soffrire, allora... Ed anche oggi, ciò che oggi fate mi dice che non mi sono inganna