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lla era stata uno strumento di piacere, aveva pensato, non che ad aiutarla, ma neppure a dirle una buona parola?... Quanti avevano pianto, lasciandola; quanti avevano giurato di tornare da lei, di pensare a lei, di scriverle sempre! Erano scomparsi, e addio!... Ella non l’aveva con nessuno. Non mostrava la sua malinconia se non a chi le dimostrava un po’ d’interesse; nè la mostrava sempre; che anzi la sua fama era quella d’una ragazza piena di buon umore, fatta per aver posto in mezzo alle gioconde brigate. Soltanto, se qualcuno la stringeva alla vita, impallidiva un poco dalla pena. Ma della morte non aveva paura. «Non m’importa di morire; anzi, mi leverei da tanti guai! Che ci sto a fare? Morta io, ne resteranno tante altre!...» Ma subito dopo:
— Vorrei morir nella stagion dell’anno...
«E la storia di Margherita Gauthier l’affascinava. Correva al teatro quando c’era quello spettacolo, in prosa od in musica; e fra i suoi libri il più sgualcito era La Traviata ovvero La Signora dalle Camelie. Più che la sua bellezza veramente delicata, la sincerità di certi suoi sentimenti, l’innata bontà dell’animo e lo stesso male che covava nel suo petto la rendevano degna d’interesse. L’idea che veniva a molti, pensando a lei, era di poterla trarre da quella vita, di mandarla lontano, sui monti, in riva al mare, a curarsi, a guarirsi. Ti dirò che l’ebbi anch’io. E poichè ella comprese questa cosa, e poichè le avevo dato altre prove della mia premura per lei, credette di dovermi dire che sarebbe stata volentieri con me. Scherzando io osservai: «E Riccardo?...» Restò un momento imbarazzata, poi disse: «Ora non penso più a lui come prima; col tempo lo dimenticherei del tutto...» Io soggiunsi: «Ma non dicevi che il primo amore non si scorda più?...» — «Questo sarebbe il secondo...» ella mi rispose: motto veramente straordinario, sul quale il tuo Stendhal avrebbe scritto un volum