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tranquilla, la spinsero a ricominciare. E una seconda e una terza volta il marito innamorato la riprese con sè, la sottrasse alla fame, all’ultima perdizione. Si stava bene in casa di lui; era un armatore inglese venuto a stabilirsi a Marsiglia, e faceva molti affari; non le lasciava mancar nulla. Ma qui a bu boira, n’est-ce pas? ed una volta ancora ella scappò, facendo però in modo da non poter essere più rintracciata. Venne in Italia sotto falso nome, errò di città in città, ebbe amanti d’un anno e d’un giorno; finchè, piena di debiti, sul punto d’ammalare d’inedia, cadde in mano degli sfruttatori.
— E tuo marito, — domandò il poeta, — non sa più dove sei?
— Mai più.
— Se lo sapesse?
— Verrebbe a riprendermi.
— Perchè non glie lo dici?
— Per non tornare con lui.
— E i tuoi figli?
— Morti.
Il poeta non domandò più nulla. Il senso di freddo gli serpeggiava più acuto per il corpo. Quella creatura era stata madre, e neppure la maternità era valsa a salvarla! I suoi bambini vivi non l’avevano trattenuta sulla via dell’abbiezione, la memoria degli innocenti morti non la faceva neppure arrossire. A che punto era dunque discesa? E preferiva l’orrore di quella vita al perdono del marito, alla pace della famiglia!... Ma che marito! Ma che figli! Il poeta se la prendeva con sè stesso per l’ingenua e sciocca credulità della quale aveva dato prova. Esisteva un uomo capace di perdonare tante volte, di pensare ancora a quel mostro in forma umana? Non era tutta un’invenzione suggerita dall’idea d’interessar la gente, di farsi credere meno ignobile e infame, ma che otteneva invece il risultato precisamente opposto? Non sapeva egli che non bisogna credere neppure una parola di tutto ciò che queste donne dicono? Come s’era lasciato prendere dalla spudorata menzogna? Ed aveva anche creduto