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una di quelle al cui increscioso ricordo sentivo sempre più alto il valore della creatura eletta che ora mi accordava liberamente un nobile amore. La mercenaria, un giorno che non sapeva come fare, che forse non avea da sfamarsi, era venuta a trovarmi, ad offrirmisi. La conoscevo da un pezzo, solevo chiamarla quando avevo voglia di lei, le dimostravo una certa preferenza perchè mi dispiaceva meno delle altre. Ma quel giorno avevo cose gravi alle quali badare, e la congedai. Allora, con molta titubanza, a capo chino, mi chiese qualcosa come dieci lire. Io le diedi, ella le prese e fece per andarsene. Giunta sull’uscio si fermò, esitante; poi tornò indietro, mi venne accosto, e mi domandò con voce sommessa, tentando di prendermi la mano: «Non mi vuoi più