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a risposta?» trovo scritto nel suo Giornale di bordo. «Non l’avevo anzi prevista? Se già sospettavo l’effetto prodotto in lei da quell’uomo, perchè questo malsano bisogno d’ottener la conferma d’una cosa ferente? La dolorosa certezza è preferibile al dubbio? Ma il dubbio non è forse doloroso ancor esso? Qual è dunque il dolore più grave?... Se prevedevo la sua risposta, vuol dire che questa era una logica, naturale ed umana risposta. E perchè dolermi di ciò che è umano, naturale e logico? L’idea ch’io m’ero costruita di quest’Essere era dunque illogica, innaturale e fuor dell’umano? Come il selvaggio, che derido, al quale mi credo tanto superiore, avevo fatto d’un Essere un Ente, un Feticcio?... Stasera un altro poco dell’oro del quale l’Idolo è rivestito s’è scrostato, è caduto. Ella è stata al ballo del principe di Walckenstein; vi ha incontrato il banchiere Grünmeyr. E’ giudeo, nano, vecchio, ignobile; ma possiede cento milioni. I suoi cento milioni lo rendono più attraente di un Don Giovanni che abbia avuto cento avventure, d’un artista che abbia fatto cento capolavori. Ella ha parlato con lui, gli ha parlato dell’immenso potere che un uomo tanto ricco deve aver la coscienza di esercitare, del sentimento ineffabile che il possesso di tanta ricchezza deve procurargli, dei piaceri regali, dei capricci fantastici che egli può pagarsi: che cosa può mancargli, chi può resistergli? Grünmeyr — mi pare d’udirlo — brevemente, come quando patteggia un affare, le ha detto: «Credete? Allora io vi darò un chèque in bianco: metterete voi stessa la cifra...» Ella mi ha narrato questa cosa. Io ho detto, con una stretta al cuore: «Scherzi da gaglioffo». Ella m’ha domandato: «Non credi che dicesse davvero?»
Ella vede di qui, cara contessa, il discorde atteggiamento di quelle due anime. La donna resta male perchè, sicuramente incapace di prendere lo chèque del banchiere, è tuttavia certa che Grünmeyr ha detto sul serio; perchè giova alla sua vanità credere che per ottenere l’amore di lei il banchiere darebbe qualcuno di quei tanti milioni; l’amante, che già alla narrazione