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sbarazzato di quella infame, il rimorso lo straziava. Egli era pentito d’avere scacciata sua moglie, la donna sua; egli pensava che il suo dovere, il suo piacere, il suo bisogno era di perdonarle. Doveva perdonarla per riscattarne l’errore, per non darla ad altri, per averla sempre con sè. Il suo perdono l’avrebbe fatta accorta del momentaneo inganno, l’avrebbe ridata a lui migliore, più grata, più amante... E un giorno egli seppe la vita di lei. Allora, sapendo che quella donna, la creatura che egli aveva eletta fra tutte, era passata da un uomo all’altro, continuamente, senza amore, senza pudore; nel sapere questa cosa, quando lo sdegno e il disgusto dovevano invaderlo, quando egli doveva ridere di sè stesso, delle sue velleità di perdono, delle speranze di redenzione, della fede ancora riposta in quell’indegna: allora sa ella che cosa provò? Egli lo confessò più tardi a una persona di mia conoscenza: vedendo che quell’impudica si dava a tanti uomini, ai primi venuti, egli, il marito offeso, l’amante tradito, lo spasimante dell’anima, si sentì.... come dirò? si sentì acceso da una brama veemente, si sentì spinto a tornare da quella donna per chiederle, come tutti quegli altri, come i primi venuti, un’ora di ebbrezza...
La ragione subitamente intervenuta sedò costui. Diversamente andarono le cose nel secondo caso che voglio narrarle. Abbiamo anche qui un tradito, ed io ho scelto appunto queste situazioni, perchè, se c’è un tempo nel quale si spasima d’amore tutto immateriale, nel quale l’amore dei sensi sembra perfino scordato, questo è appunto il tempo quando il tradito, per la stessa depressione fisiologica prodotta dal patema, è incapace di procurarsi la voluttà. Quest’altro tradito, dunque, non era un marito; cosa che, se attenua la colpa della donna, non scema il dolore dell’uomo — al contrario! Ora costui, accortosi del tradimento e piante tutte le sue lacrime, deliberò di lasciare la traditrice. Ella aveva dapprima negato: poi, sbugiardata dalle troppe prove, aveva dovuto riconoscere la verità. E con una stretta al cuore l’amante comprendeva che ella non era molto responsabile dell’errore. Apparteneva costei a