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che la sua piccola amica non s’era vista. Restarono così un poco a parlare del lavoro del pittore; senza che nessuno dei due sapesse come, si trovarono vicini alla tela già quasi finita.

Dinanzi al quadro, la donna espresse, con parole che parevano sincere, la propria ammirazione; e Hauptig, solleticato nella sua vanità d’artista, mostrò gli altri suoi studii. Per osservare con agio un grande cartone pendente da una parete, ella sedette un poco sul divano. Hauptig si mise al suo fianco, spiegandole il soggetto. E a un tratto, vicino a quella donna bella ed elegante che gli parlava il dolce linguaggio della lode, dal cui corpo esalava un profumo acuto e turbatore, l’artista che non le aveva ancora dedicato un pensiero sentì la vampa del desiderio salirgli alla fronte; ma d’un desiderio violento, furioso, che gli annebbiò la vista e gli fece allungare le mani... E quella donna che non s’era mai occupata di lui, che non aveva ancora avuto neppure la curiosità di varcare la soglia dello studio, si lasciò prendere come da amante amato...

Non c’era stato fra loro null’altro fuorchè l’incontro di due desiderii e l’appagamento di due appetiti: l’artista tornò alle sue tele, la donna... a che cosa? Hauptig non ne sapeva nulla. Non sapeva se era maritata o vedova o libera, se aveva altri figliuoli, che cosa faceva in casa e fuori. La bambina tornava spesso a veder lavorare il pittore, e la mamma s’affacciava a chiamare: «Rosetta!» col tono un po’ corrucciato che soleva prendere quando la scopriva nello studio. Due, tre, parecchie altre volte ella tornò quando la bambina non c’era; nell’andar via gli dava convegno per un altro giorno, ma spesso non manteneva la promessa. Quando finalmente appariva, inaspettata, non dava ragione della mancanza; nè Hauptig ne chiedeva, un poco per discrezione, ma più per indifferenza. Quelle visite gli facevano comodo, e nient’altro; nè la sua amica chiedeva giuramenti o promesse, nè parlava di sacrifizii o di rimorsi. In quattro o cinque mesi non si scrissero un rigo, non scambiarono una sola parola