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e non me ne dolgo, e la tristezza delle previsioni oscure è incapace di sedar la mia febbre. Da un canto interiore, dalla musica delle cose, io mi sento spronato come dal clangore d’un’epica marcia. Partirò, me ne andrò lontano, riprenderò la vagabonda mia vita. Ma la memoria sua, come una luce pura, schiarirà la mia vita. Che dire?
Sinfonia. Il silenzio, la pace. Dormono l’acque dei ricordi, come uno stagno.
Il silenzio, la pace; dormono le Memorie...
Non è questo. Non so dire. Chi mi suggerisce?
Tu Bellezza, tu Grazia, tu Dolcezza ti chiami...
No, no, no.
Forma della Bellezza, Anima sospirosa, non ti vedrò piú mai.
Ecco. Ho trovato.
Lucente Anima pura, perchè sul mio cammino prima non t’incontrai?
Ah, se mi fossi apparsa quando, di fede acceso, anch’io credei, sperai!
Quando non conoscevo il pianto e la vergogna! Allora io t’aspettai!
Or che passata è l’Ora, mi son vietati i cieli sereni ove tu stai.
Grazia, Purezza e Riso, l’orrore della vita non puoi saper, non sai.
O, generosa e buona, conforto del tuo pianto alla mise