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UN GIGLIO



N

on ho avuto più sue nuove, mia buona amica. L’ha con me? Non credo! Se

ella m’ha lasciato dire, senza offendersene, le cose piuttosto vivaci delle quali erano piene certe mie lettere, non avrà potuto sdegnarsi delle ultime anodine narrazioncelle. Starebbe piuttosto preparando una lunga e poderosa confutazione delle mie dottrine? Non credo neppure. Ella ha di meglio da fare! Il silenzio significherebbe invece che s’annoia delle mie lettere, alla lunga? Dovrei dire: «Temo di sì!» Ma ella mi risponderebbe che, così dicendo, darei prova d’una falsa modestia e dimostrerei che false non sono soltanto le donne... Sarebbe ella semplicemente partita per le bagnature, e questa lettera le correrà dietro un pezzo prima di trovarla? Ne saprò presto qualcosa dal mio buon amico Dastri, che torna posdomani.

Senza dubbio è venuto a trovarla. Dica la verità: non è simpaticissimo? Sono certo che l’avrà fatta arrabbiare, ma che ella gli avrà perdonato grazie allo spirito del quale è pieno. Ella avrà anche visto come io non sia solo a sostenere quelle che a lei sembrano eresie. Dastri, anzi, va più innanzi di me, ed è molto