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si accresceva, perveniva al suo massimo grado quando, sul tardi, andati via i visitatori indifferenti, egli era rimasto solo con le due donne. «Rieccoci dunque insieme i touristes dell’altra volta!» aveva esclamato, sorridendogli e prendendo fra le sue una mano dell’amica, la contessa Rosalia. «Maxette deve ancora veder tutto di Palermo,» riprese ella, «e la mia ignoranza mi atterrisce. Per fortuna, abbiamo nel signor Raeli la più intelligente e la più amabile delle guide...» Ermanno si era inclinato, ringraziando; ma la signora di Verdara continuò: «Non creda che si sbarazzerà presto di noi! La sequestriamo addirittura; non è vero, Maxette? La colpa è anche un po’ sua; se non fosse stato così compiacente, non sarremmo adesso tentate di abusare di lei!» Allora, col suo leggiero accento straniero che era una grazia di più, la signorina di Charmory aveva soggiunto: «Il signore è stato veramente assai gentile...» Nell’ambiente grazioso e raccolto, accanto alle due giovani che si tenevano per mano e gli dicevano delle