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38 | ermanno raeli. |
della più grande sincerità, io vedo il mio avvenire infinitamente triste. Nella vita del pensiero, ho provate le prime vertigini della follia, in cospetto del nero senza fine del destino e della fondamentale impotenza umana; nella vita pratica nulla mi arresta, e la vita del sentimento mi è interdetta: troppo brutale, troppo violenta è stata la disillusione sofferta; troppo angosciosa è stata l’esperienza della vergogna, della nausea che precedono e seguono lo spasimo di un istante; troppo amaro mi è rimasto sulle labbra il sapore dei baci comprati, troppo spaventevole è stata la visione delle torture a cui sono condannate le tragiche vittime della nostra superba civiltà sociale, troppo acuto mi ha perseguitato il rimorso della contaminazione subita — e commessa — poichè la miseria è egualmente profonda da una parte e dall’altra nelle coppie accanite sopra i letti rischiosi...
«...Qui non si parla ora che del nuovo dramma di Alessandro Dumas. Io ti dirò una cosa che forse non crederai: non ho letta la sua Dame aux Camélias. Dirò meglio: non