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264 | ermanno raeli. |
«Che cosa succede?...» — «Nulla... volevo vederti...» E l’ansia di ciascuna raddoppiandosi dinnanzi a quella dell’altra, il loro pensiero si era incontrato nell’unico oggetto che l’occupava: Ermanno... «Bisogna che mi conduciate da lui!...» chiese risolutamente la fanciulla. «Maxette mia... è impossibile...» — «È necessario. Se non volete accompagnarmi, andrò sola...» E fece per allontanarsi. Allora la contessa la trattenne: «Aspetta... vieni con me...»
Ella dette al cocchiere l’indirizzo di Ermanno. Poichè suo marito doveva essere a quell’ora presso l’amico, ella lo avrebbe fatto chiamare. La carrozza correva rapidamente, intanto che le due donne si tenevano per mano, in silenzio. Allo svoltare da piazza dei Marmi nel corso Alberto Amedeo, la contessa mise il capo allo sportello: un assembramento sbarrava la via. Ad un tratto, Massimiliana sentì tremare la mano che teneva nella sua, vide la contessa ricacciarsi indietro. «Che è?...» E come anch’ella sporse il capo, vincendo la resistenza dell’amica, gettò un grido lacerante.