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20 | ermanno raeli. |
mavano dei contrasti così intimi e dolorosi che io sentii, mio malgrado, stringermi il cuore. «Ci rivedremo?» gli chiesi, quando fummo per separarci. «Al mio ritorno,» rispose; «parto domani per Napoli.»
Qualche tempo dopo egli mi confessò che quella partenza era stata un pretesto per evitarmi. L’impressione lasciatagli da quella comunione spirituale era stata così forte, il piacere risentito così raro e delicato, che egli aveva avuto paura di sciuparne il ricordo nella indifferenza o nell’impaccio di un nuovo incontro. Se per un raffinato istinto di civetteria egli avesse voluto rafforzare la seduzione esercitata sul mio spirito, nessun artifizio gli sarebbe meglio riuscito. Pensai a lui, continuamente; ricordando certi segni caratteristici, ero sicuro di essermi imbattuto in un tipo eccezionale, la cui eccezionalità consisteva nello incontro molto raro di certe tendenze isolatamente frequenti — per ciò stesso interessante a studiare. Fu quindi con raddoppiata simpatia che io lo rividi e che potei controllare l’esat-