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ermanno raeli. | 237 |
rato quasi a domandarle che cosa avesse voluto dire; ma non aveva insistito al silenzio di lei, nella specie di ebbrezza che il contatto di quel corpo gli procurava, che aveva dissipato la sua tristezza e che centuplicava la letizia di sentirle esprimere una volontà — un comando... Le acute sensazioni che lo invadevano, il leggiero affanno del ballo gli soffocavano in gola le parole; solo il suo corpo si stringeva insensibilmente di più al corpo di Massimiliana...
Cogli sguardi chini, col corpo irrigidito sotto quella stretta, col respiro affrettato, Massimiliana si sentiva sul punto di stramazzare. Si era repentinamente decisa ad accettare l’invito di Ermanno per parlargli, per dirgli subito di evitare quell’uomo, per dirgli tutto; ma aveva troppo presunto, affidandosi in braccio a lui, stringendosi materialmente alla persona cui si sentiva stretta con tutte le forze dell’anima. Ogni cosa le girava ora d’intorno, come presa dalla vertigine che era in lei, il terreno le mancava sotto i piedi al ritmo cullante di