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ermanno raeli. | 225 |
dovuto dimostrargli infondato, e facilmente superate, con l’abituale sua disinvoltura, la difficoltà di un primo incontro, aveva del tutto dimenticata la giovane per le belle signore di cui la colonia straniera era provvista a dovizia.
Incapace di dir nulla dinnanzi all’incredibile impudenza dell’uomo, col sangue gelato nelle vene come alla vista di un rettile, Massimiliana aveva sentito ridestarsi tutto l’orrore dei lontani giorni, complicato dallo strazio della situazione presente. Il domani d’una grande sciagura, quando la coscienza comincia a destarsi tra le ultime nebbie di una sonnolenza pesante, e la memoria suggerisce ad un tratto la crudele certezza, si prova un’angoscia forse più grande di quella determinatasi nel primo momento. Una simile impressione di risveglio aveva determinata in Massimiliana la presenza del duca. Malgrado i contrasti provati, le lotte sostenute, era come se ella fosse rimasta lungamente immersa in un sonno, nel sonno profondo dell’illusione voluta, da cui la voce di quell’uomo la strappava ora violentemente.