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ermanno raeli. | 207 |
quasi ella disperasse di conseguir mai quell’ideale di vita al quale egli aveva fatto allusione, la vaga espressione di dolore composto e rassegnato che si era dipinta nei suoi lineamenti, gli avevano data come una trafittura acuta e rapidissima. Ma erano gli occhi di lei che egli voleva vedere, i suoi occhi profondi che si distoglievano dai suoi e con quella persistenza nell’evitarlo gli davano quasi una materiale impressione d’un distacco irreparabile. Egli si era un poco chinato verso di lei, appoggiando il braccio sul proprio ginocchio, ed aveva ripreso: «Non ha dunque pensato alle seduzioni di questa intimità?... Non la crede possibile?...» La signorina di Charmory rispose con fermo accento, subitamente scuotendosi: «No.» — «E non crede che qualcuno abbia potuto pensarvi per lei?... sognarla come la sola cosa degna di esser sognata?...»
Egli aveva parlato molto piano, con la stessa intonazione di prima, nell’attitudine in cui si trovava, fissando la mano bianca e diafana