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190 | ermanno raeli. |
di quell’uomo, l’affinità della sua indole con la propria, più ella si agguerriva contro la passione nascente... o credeva d’agguerrirsi; perchè quelle ragioni di evitarla erano nello stesso tempo delle ragioni — le più potenti! — di farla gigante. Ella aveva anche sperato di illudersi sul significato della riserva di Ermanno, cercando di attribuirla a indifferenza, piuttosto che a timida e delicata discretezza... e nel risveglio di tutti i suoi dolori, aveva sperato di esser la sola a sacrificarsi...
Ora, l’inganno non era più permesso. Si era rotto il giorno che i loro sguardi eransi incontrati, come i loro pensieri, sotto la rustica imagine del Salvatore; si dissipava, svaniva dinnanzi alla rivelazione della contessa. Egli l’amava, le tendeva la mano leale, e non sapeva che la mano di lei era indegna di posarsi sulla sua! Una voce interiore la rimordeva, l’accusava di perfidia, poichè ella non aveva fatto nulla per evitare l’inganno, e delle vampe di vergogna le salivano al viso... Bisognava che tutto finisse, o sarebbe stata senza scusa;