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186 | ermanno raeli. |
la forza di respingere quell’uomo, così non aveva trovato nell’anima vinta dalla sventura la forza di mettere in atto il suo proponimento.
Dapprima, ella aveva coinvolta la viscontessa nell’odio per il padre, quasi anch’ella fosse responsabile dell’infamia commessa da lui; poi anche il suo principio di odio era caduto. Non una parola s’era scambiata fra le due donne, ma la viscontessa aveva tutto saputo, ed era di dolore che ella moriva. Ogni volta che i suoi sguardi si arrestavano su di Massimiliana, una dolente pietà, una specie di rimorso per aver potuto contribuire a quella sciagura, vi si leggeva; la povera donna accusava sè stessa, trovava che era stata sua colpa il non aver vigilato; che, data l’indole del padre, ella avrebbe dovuto prevedere quel che era accaduto — ma nutrire un simile sospetto non sarebbe stato un altro delitto?.. Però, con tutti gli sforzi dei quali, nella sua lenta agonia, era capace, aveva tentato di confortare lo strazio della fanciulla.
Massimiliana aveva rifiutato quei conforti;