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172 | ermanno raeli. |
netta, la contessa si guardava intorno, confusa. Ella sentiva tutta l’eloquenza di quel pianto, di quell’unica risposta, ma non arrivava a comprenderne il significato. Allora, se lo amava, che cosa volevano dire le sue parole e perchè si disperava a quel modo?.. In mezzo ai singulti, abbandonata fra le braccia dell’amica, Massimiliana rispondeva: «Non posso... non posso... Mio Dio, dovevo prevederlo!.. Io non ho nulla, voi lo sapete... vivo di elemosina, della carità che mi fanno,..» ma l’accento con cui ella insisteva nel rifiuto non era eguale a quello con cui ne dava la ragione. Ragione o pretesto? Poteva quella essere una difficoltà da arrestare Raeli? Egli era ricco per due... «No,» ripeteva ostinatamente la giovanetta; «io sono una straniera... bisognerà che io parta... debbo partire... ditegli che partirò!..» E una convulsione l’aveva fatta ricadere.
Lo spettacolo di quel dolore si faceva attristante. Rosalia di Verdara aveva dimenticato il proprio interesse che si giuocava in quella partita, per darsi tutta alle cure che lo