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170 | ermanno raeli. |
porpora, ed i suoi occhi, fissatisi un momento sull’amica, si abbassarono dinnanzi allo sguardo fermo di lei. «Vedete...» riprendeva brevemente quest’ultima, a cui la specie di affermazione letta in quell’imbarazzo dava nuova energia e come un’impazienza di uscire da quell’umiliazione di tutta sè stessa: «Vedete, il signor Raeli vi ama... e dipende solo da voi... che egli faccia presso la vostra famiglia...» Non ebbe il tempo di finire, di trovar le parole da completare il proprio pensiero, che Massimiliana, levandosi in piedi: «Sono molto onorata,» rispose con accento risoluto, «della domanda del signor Raeli; ma non posso accettarla. Vi prego, mia buona amica, di riferirgli questo rifiuto, che non ha nulla di sfavorevole per lui...»
Le ultime parole erano state pronunziate a stento; la voce veniva mancando alla signorina di Charmory, e ad un tratto, ricadendo sul divano, ella aveva cominciato ad ansimare affannosamente, tutta la sua persona era stata scossa da un brivido nervoso come per l’in-