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ermanno raeli. 169

sapete se a mia volta l’amicizia che ho per voi sia grande, se io desidero sapervi felice. È per questo ch’io vengo oggi a fare presso di voi un passo che, in altre circostanze, avrebbe potuto meravigliarvi...» L’ansia della contessa nel pronunziare quelle parole trovava solo un riscontro in quella con cui la signorina di Charmory ne aspettava la spiegazione... «Non avete dunque notato, mia cara Maxette...» continuava la signora di Verdara, «l’impressione da voi prodotta su... qualcuno che vi sta intorno? Il vostro cuore non vi dice nulla per... questa persona, e non formate voi un voto nel compimento del quale avreste assicurato l’avvenire più lieto?..»

Massimiliana di Charmory si era tratta un poco indietro ed il pallore del suo viso era cresciuto. «Io non so, signora... io non ho nulla notato...» balbettava, contenendo il respiro, con le ciglia abbassate. «Ma la vostra emozione parla per voi!..» esclamò la contessa. «Non siete dunque sincera, Maxette?..» Ad un tratto, il viso della fanciulla si era fatto di