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dara potè passare con Massimiliana nella camera di quest’ultima. Anche la signorina di Charmory pareva sofferente, la sua carnagione era d’una tinta malaticcia e gli occhi cerchiati di nero avevano un’espressione d’abbattimento. «Finirete per ammalarvi anche voi, mia povera Maxette!» le aveva detto l’amica, amorevolmente rimproverandola di trascurarsi troppo per curare la zia. «No, io sono molto forte...» rispose la signorina di Charmory; «non mi credete?..» soggiunse, con una reticenza, come se avesse cercato di dare una dimostrazione della sua forza e si fosse ad un tratto pentita. «La vostra partenza è dunque necessariamente rimandata?» chiese però subito la contessa. «Non saremmo partiti egualmente, anche senza questa ricaduta...»

Massimiliana aveva data quella risposta con un tono così evidente di contrarietà, che Rosalia di Verdara notò: «Come lo dite! parrebbe che vi rincresca di restare con noi!..» Ma allora, mormorando qualche parola di affettuosa protesta, la signorina di Charmory