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160 | ermanno raeli. |
sa?» chiese egli, vivacemente. «Me ne sono accorta...» — «Oh! signora contessa!..»
Con un gesto appassionato, Ermanno le aveva preso una mano. Egli la stringeva con la stessa forza del naufrago che s’afferra ad una tavola, in mezzo al mare. Non era ella la sola amica, la sorella di Massimiliana? Era una sorella anche per lui; per la prima, si era a lei confidato... Egli non pensava più alla stranezza della situazione, non sapeva più come aveva trovata la risoluzione necessaria a parlare; o meglio, lo sapeva fin troppo, nel pericolo ancora soprastantegli di perdere Massimiliana... Egli sapeva però che bisognava uscire da quel limbo d’angoscia, e che per uscire da quel limbo un soccorso impensato gli s’offeriva... «Oh! signora contessa... lei che le vuol bene come una sorella, vorrà domandarle se è vero?... dirle tutto quello che io non saprei... che non potrei dirle ancora io stesso?...»
Nella penombra del salottino, la contessa aveva chiuso gli occhi, abbandonando la sua