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restava muto, anelante: «È dunque vero... che ama Massimiliana?...»

Era stata lei a dirlo per la prima! Passandosi automaticamente una mano sulla fronte, Ermanno si era finalmente scosso, dicendo, come in sogno, a frasi spezzate e lente: «Oh! signora contessa... Io non lo credevo ancora... cercavo d’illudermi... non volevo crederlo!.. Ma l’idea di perderla... Io le ho mentito, guardi, affermandole poc’anzi di non sperare più nulla, di non aver volontà... Io non potrei, io non posso più vivere senza di lei!...» Egli era stupito del suono della sua voce fattasi a poco a poco animata, con la strana sensazione di uno sdoppiamento interiore, come se l’uomo che parlava a quel modo, che rivelava finalmente la sua passione, che la precisava con parole irrevocabili, non fosse e non potesse essere quello stesso che ascoltava quelle parole. Egli non possedeva più la poca libertà di spirito che la sua natura gli consentiva, era spinto incosciamente da una forza tanto più potente quanto più a lungo compressa; non