anni — non sapeva frenare uno slancio di tenera dolcezza, di commossa simpatia. «Come è gentile!...» esclamò la signorina di Charmory; ed era una commozione eguale alla sua che egli sentiva nell’accento di Massimiliana, che vedeva negli sguardi lucenti coi quali ella fissava l’imagine sacra. «È una nostalgia del cielo settentrionale, dei paesaggi nevosi, dalla terra sepolta sotto bianchi lenzuoli che si prova dinanzi a questo simbolo...» ed improvvisamente egli aveva cessato di parlare, pensando a sua madre, al paese lontano ove ella era nata, le cui nebulose visioni gli aveva trasmesse col sangue; pensando all’altro lontano paese che aveva visto nascere l’Eletta, verso il quale egli avrebbe tanto voluto avviarsi, al suo fianco... «È vero, la nostalgia del cielo settentrionale...» aveva detto la signorina di Charmory, e nel ripetere le stesse parole pronunciate da Ermanno, i suoi sguardi si erano incontrati con quelli di lui. Subitamente, anche la voce della fanciulla si era spenta. Tacquero, ma comunicando con lo