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mille indizii minuti, il tono con cui Ermanno aveva detto una parola, la vivacità con la quale aveva difesa un’opinione di Massimiliana, l’irrequietezza manifestata quando non l’aveva trovata da lei — da lei che si era creduta l’oggetto di quelle attenzioni... Era vero; ma ella si ostinava a non crederlo, cercava di negare ogni valore a quei sintomi sui quali l’opinione di suo marito si era fondata, di persuadersi che Ermanno era troppo serio, troppo freddo, troppo superiore per innamorarsi così, di punto in bianco... Ed ella non si accorgeva neppure che quell’argomento si ritorceva contro di lei, che era egualmente inverosimile, per la stessa ragione, ch’egli amasse lei. A quella conclusione della fredda logica dinanzi alla quale bisognava che ella sacrificasse il suo sentimento egoistico, ella si acquetava più volentieri, per la specie di consolazione negativa che almeno le procurava: Ermanno non amava lei, ma non amava neppur l’altra; entrambe erano eguali... Allora, l’angoscia della contessa si faceva nuovamente più viva: no,