per la stanza, soggiunse: «Lo credo anch’io... E forse non arriveremo a spiegarla. D’Archenval ha espresso l’intenzione di lasciar la Sicilia.» Dopo una piccola pausa, si fermò, e guardando sua moglie quasi per studiare l’effetto che le sue parole avrebbero prodotto in lei, continuò: «La partenza di Massimiliana lascerà, come si dice, un vuoto!...» La contessa, che quell’annunzio non lasciava indifferente, rispose: «Oh, certo; io le voglio molto bene, povera Maxette...» Ma il conte non le aveva dato il tempo di finire: «Non parlo di te!..» A quelle parole, che suo marito aveva pronunziate con una intonazione scherzosa, la contessa aveva alzato gli occhi su di lui. Repentinamente, un’inquietudine era sorta in lei; una inquietudine nel primo momento assai vaga, ma crescente con tale rapidità, che finiva per darle la sensazione d’una stretta al cuore. Ciò che ella ora temeva, era d’indovinare l’allusione di Giulio; ma l’ipotesi le era parsa così assurda, così repugnante, che con voce calma, quasi indifferente, ella gli domandò: