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quella confidenza che le dava la conferma delle irregolarità sospettate. Se quelle estremità a cui il visconte si riduceva spiegavano il dolore della signora d’Archenval, in che modo potevano determinare la cupa tristezza di Massimiliana? E perchè il padre della viscontessa non veniva a mettere con l’autorità sua un riparo alla rovina del genero?.. Ella teneva per sè tutte quelle domande: «E non pagherà?..» chiese soltanto al marito, perchè egli continuasse a manifestarle ciò che pensava. «Ma....» riprese il conte, con delle nuove reticenze, «io non so se debbo dirti... Ecco: l’altro ieri mi ha chiesto in prestito, per qualche giorno, una somma... Non ho saputo dir di no. Voleva firmarmi delle cambiali; dice che ha telegrafato a suo suocero. Pare che questo suo suocero invisibile rappresenti una specie di divina provvidenza...» Dopo qualche momento di silenzio, la contessa esclamò: «È una famiglia un poco strana,» riassumendo con quella parola il proprio pensiero. Il conte, che passeggiava